WOOD strings // METAL air – flute + guitar reloaded

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    Laura Faoro, flauti
    Silvia Cignoli, chitarre

    Il programma si concentra su brani di recente composizione (Garnero, Di Maggio, Abram, Jacobs), per proseguire con lavori nati all’interno del laboratorio di musica elettronica di Giovanni Verrando. Si esplorano anche due ambienti sonori a cura delle stesse musiciste, Silvia Cignoli e Laura Faoro.

    Il consueto duo flauto e chitarra viene riproposto in un’inedita chiave contemporanea, un caleidoscopio di possibilità che indagano varie combinazioni possibili, con l’ausilio della tecnologia, dall’ amplificazione al sound processing. In apertura un brano di C. Carretti, allieva di Giovanni  Verrando, che scompone letteralmente il flauto e pinza una chitarra acustica per dar vita alla sua Chanson du Robot, lamento di un robot che, alla vista di due ragazze, vorrebbe diventare umano, e riflette su come gli umani passino invece la loro vita a volerla meccanizzare. Segue un estratto dalla corposa suite The Rocky Moon di J. Abram, brano il cui titolo fa un obliquo riferimento al periodo Rococò e alla difficoltà  che sorge, guardando alcune foto della luna, nel distinguerne i crateri dalle montagne, così come in alcune sezioni del brano sarà dubbia la distinzione fra battere e levare. Mute Tracks di G. Batia, allievo di Giovanni Verrando, cita Chaplin nell’elettronica e indaga sul flauto le potenzialità  del melange tra fonemi muti e suoni reali, che vanno a scomporsi e ricomporsi nel dialogo con la traccia elettronica, all’interno di una struttura ritmicamente implacabile. Arnold’s Dream di D. di Maggio è basato su materiali accordali tratti dalla Serenade op. 24 di Arnold Schoenberg in cui già  l’autore, pioniere per l’epoca, aveva introdotto in organico la chitarra, e su alcuni elementi proto-seriali: una composizione (nelle intenzioni anche giocosa e divertita, ma non irriverente), che allude a una sorta di curioso sogno premonitore del compositore. L’acqua non ricorda è il primo dei due ambienti sonori presentati stasera, a cura di Silvia Cignoli, con materiali sonori scelti utilizzando effetti ritmici di una piccola tastiera vintage i cui suoni sono filtrati tramite effetti di fuzz e riverbero, sommati ai suoni della chitarra elettrica, looppati, sovrapposti, filtrati e poi congedati. Segue Interlude di F. Garnero, brano che esplora una gamma di rumori ottenuti dallo sfregamento della chitarra elettrica con alcuni oggetti. Qualcosa che si sa che non c’è a cura di L. Faoro è un ambiente sonoro che indaga le possibilità  percussive e vocali del flauto quando potenziate dal sound processing e, nel cercare di trasformare il flauto in qualcosa che forse non c’è, gioca su assonanze fonetiche che rimandano al titolo. In chiusura Syncro-vox and other cheap animation techniques di B. Jacobs, brano per il quale l’autore ha creato un sistema di lettura video a scorrimento con elaborazione audio dal vivo, nel quale i musicisti sono, in alternanza, liberi di improvvisare su materiali sonori indicati dal compositore oppure strettamente sincronizzati su gesti ritmici. Nell’elettronica è presente il silent drum, uno strumento di elaborazione digitale inventato da Jaime.

    Programma

    Chiara Carretti, La chanson du robot per flauto, chitarra acustica preparata ed elettronica
    John Abram (1959*), The rocky moon (V – cut version),per flauto e chitarra classica preparata
    Gabriele Batia, Mute tracks per flauto ed elettronica
    Dan di Maggio (1969*), Arnold’s Dream per flauto basso e chitarra elettrica. Prima esecuzione
    L’acqua non ricorda, ambiente sonoro a cura di Silvia Cignoli
    Fernando Garnero (1976*), Interlude per chitarra elettrica e oggetti
    Qualcosa che si sa che non c’è, ambiente sonoro a cura di Laura Faoro
    Bryan Jacobs (1979*), Syncro-vox and other cheap animation techniques per flauto in sol, chitarra elettrica, elettronica

     

    Silvia Cignoli si è formata come chitarrista classica con P. Coppi alla Civica Scuola di Musica Claudio Abbado di Milano, dove successivamente studia anche chitarra elettrica con F. Zago. Nel 2011 consegue con la lode il Master of Arts in in Music Performance al Conservatorio della Svizzera Italiana sotto la guida di M. Laura. Il suo lavoro si muove principalmente attraverso i nuovi linguaggi della contemporaneità . Proprio in questo ambito ha vinto diversi concorsi, fra cui il  Premio 900 (Venaria Reale), il Concorso Mencherini (Cagli). Con il suo progetto  audiovisivo irid. è fra i vincitori del bando di MITiCi Milano progetti. Lo spettacolo andrà  successivamente in scena a Milano (Auditorium Lattuada, Officine Creative Ansaldo), a Udine (festival Contemporanea) e in Austria (festival Limmitationes). Ha collaborato con diversi Ensemble (Fiarì¬, Repertorio 0, Sinestesia, New Made) e partecipa a diverse rassegne dedicate alla musica contemporanea in Italia e all’estero (fra cui festival Archipel a Ginevra, Soundscape a Maccagno, stagione Rebus al Teatro dal Verme (MI), Festival 5 Giornate di Milano). Ha lavorato più volte con l’Accademia del Teatro alla Scala suonando nei teatri d’opera italiani (La Scala, Teatro Valli di Reggio Emilia, Teatro Pavarotti di Modena) e all’estero nei Teatri d’opera di Kaliningrad (Russia) e Muscat (Oman). In collaborazione con la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano ha curato la parte musicale di uno spettacolo andato poi in scena per il Festival Theatre Music Art. Nel 2015 è una dei musicisti del Musical Teen Dante, prodotto dalla Radiotelevisione Svizzera,  che va in scena presso il Lac di Lugano (CH). Nel 2016 prendono vita il progetto di avant-garde rock U-Gene (con il tastierista e compositore M. Giuntoli, con musiche dello stesso) e il progetto IN/ELEKTRA con la bassista e cantante V. Guidugli, incentrato sull’esplorazione e sull’intreccio dei diversi linguaggi di confine, con musiche improvvisate o composte dal duo.